Raffaello, un lontano 6 aprile

Raffaello Sanzio ebbe, vuol la leggenda, una tra le più appassionate storie d’amore di tutti i tempi. E, dopo la sua morte, alla Fornarina non restò che vivere in religioso silenzio nell‘attesa di ritrovarsi tra le passionali braccia del suo consorte segreto.

Di Cristiana Zamboni

Raffaello Sanzio, Cartone preparatorio per lopera Scuola di Atene Pinacoteca Ambrosiana Photo Cristiana Zamboni

Il fulcro interessante della storia si trova lì, fra i misteri senza risposta. Spingono la fantasia ad intravedere i grandi personaggi dell’arte passeggiare per Trastevere. Mentre guardano il cielo e creano immagini che, le loro geniali mani, riporteranno poi sulla tela. Le vite dei più imponenti artisti che cambiarono il corso della storia dell‘arte sono sempre legate a qualche mistero senza replica. Raffaello Sanzio ebbe, vuol la leggenda, una tra le più enigmatiche storie d’amore di tutti i tempi. E, dopo la sua morte, alla Fornarina non restò che vivere in religioso silenzio nell‘attesa di ritrovarsi tra le passionali braccia del suo consorte segreto.

La Fornarina RaffaelloSanzio 1520
La Fornarina RaffaelloSanzio 1520

Le vite passate ci attraggono per i misteri che celano. Misteri legati ad amori e passioni che, da sempre, sono il fulcro di ogni vita. Ci sono amori urlati al vento ed altri vissuti con riserbo. Come quello della Fornarina, che visse il suo amore per Raffaello in religioso e rinchiuso silenzio, nell‘attesa di ritrovarsi tra le passionali braccia del suo consorte segreto. L’arte è di per sé un mistero. Così come l’amore. E se questo amore è vissuto fra i chiaroscuri delle più importanti opere di un artista, non può che dar origine ad una delle più affascinanti favole di tutti i tempi.

Autoritratto di Raffello Sanzio
Autoritratto di Raffello Sanzio

Raffaello Santi, noto come Sanzio, nasce ad Urbino la notte di venerdì santo del 1483, alle tre di notte. Non si sa di preciso se fosse il 28 di marzo od il 6 d‘aprile e nascere e morire lo stesso giorno è già un arcano. Raffaello morirà a Roma il 6 aprile del 1520 a causa di una forte febbre. Una febbre, secondo il Vasari, causata dalla ricerca smisurata dei piaceri della carne e della promiscuità a cui era dedito il delicato artista.

Ho contemplato le opere dei più grandi artisti, ho incontrato i potenti e da loro sono stato ammirato, tutto inizia da qui, origine della mia esistenza, rifugio della mia anima – Raffaello Sanzio

A otto anni rimane orfano di madre, un dolore che segnerà per sempre la sua vita portandolo alla ricerca continua e mai soddisfatta di affettività. Inizia da bambino a frequentare la bottega del padre, il pittore Giovanni Santi. Pochi anni dopo muore anche lui e Raffaello viene affidato alla bottega del Perugino. Cresce e si evolve artisticamente. Il suo talento è notevole. A soli diciotto anni è l’artista più richiesto nella regione. Vive a corte tra gli intellettuali dell’epoca respirando cultura e sapere. Una corte rivoluzionaria che ritiene gli artisti dei veri intellettuali.

Lo sposalizio della Vergine Raffaello Sanzio 1504
Lo sposalizio della Vergine Raffaello Sanzio 1504

Si trasferisce a Firenze, incuriosito dai racconti su Leonardo e Michelangelo. Sotto la loro influenza dà origine alle sue madonne più rappresentative , la Madonna del Belvedere e la Madonna del Cardellino, per citarne alcune. Papa Giulio II lo vuole a Roma e, a soli venticinque anni, ha la sua consacrazione al fianco dei più grandi artisti del Rinascimento. Affresca le stanze papali dando vita alla Scuola di Atene. Apre la sua bottega e le committenze sono consistenti. Nel 1514 collabora al progetto  per la Basilica di San Pietro in Vaticano.

La scuola di Atene Raffaello Sanzio 1509-1511
La scuola di Atene Raffaello Sanzio 1509-1511

Raffaello si contraddistingue per la sua bellezza giovanile e delicata. Colto ed educato. Geniale e riservato. Conquista con le sue parole ed i suoi modi garbati uno stuolo di donzelle. Promiscuo e dedito ai piacere della carne è alla ricerca continua di amorevolezza e calore. Il Cardinal Bibbiena, suo grande estimatore e con un profondo affetto nei suoi confronti, cerca di placare la sua irriverenza promettendolo in sposo alla nipote Maria.

Autoritratto di Raffaello Sanzio all'età di 35 anni
Autoritratto di Raffaello Sanzio all’età di 35 anni

 

Raffaello non è felice. Non è lei il suo amore. La favola vuole  l’artista legato ad una donna misteriosa da lui spesso dipinta nelle sue opere più importanti. A conferma vi è un ritratto del 1520, La Fornarina, in cui Raffaello da estremo sfoggio della sua maestria e del suo sentimento per la giovane protagonista.

 

 

Un nudo nuovo, fuori dai canoni dell’epoca e, sicuramente, non atto ad un’esposizione pubblica.

 

 

Quanto fu dolce el giogo e la catena
de’ toi candidi braci al col mio vòl[ti],
che, sogliendomi, io sento mortal pen[a].

Raffaello Sanzio

Un quadro che l’artista custodisce gelosamente tra le sue stanze fino al giorno della morte. Pare che la giovine fosse la figlia del fornaio Francesco Luti da Siena, Margherita. Il pittore rimane estasiato dalla sua bellezza un giorno, passeggiando per le stradine di Roma, la vide pettinarsi da una finestra di via Dorotea.

 

Finestra della Fornarina in Via Santa Dorotea a Roma
Finestra della Fornarina in Via Santa Dorotea a Roma

 

 

Il Vasari, di diverso avviso, scrive che il loro primo incontro è sulle rive del Tevere. L’importante è che lui non seppe più far a meno di lei. Arrivando a minacciare di non finire gli affreschi della Loggia di Galatea a Villa Farnese se non fosse stata per sempre la sua modella.

 

 

 

 

 

Fornarina. Era una bella donna. Questo è tutto quello che dovete sapere. – Flaubert

 

La Fornarina Particolare del viso Raffaello Sanzio 1520
La Fornarina – Particolare del viso – Raffaello Sanzio 1520

 

 

Un viso dal colorito incarnato, incorniciato da capelli scuri raccolti in un colorato turbante fermato da una perla. Le opere di Raffaello, come quelle di molti artisti dal Medioevo al Rinascimento, sono gravide di simboli. Non era inusuale inserire un piccolo particolare che, in lingua latina o greca, riportasse al nome del soggetto del ritratto o ad una sua peculiarità. In latino perla si dice Margarita da qui l’idea che si trattasse proprio di Margherita Luti.

 

 

 

 

 

 

Un ritratto che, la scienza moderna, ha confermato esser stato lavorato in due momenti differenti. Sostituendo o celando alcuni particolari tra cui lo sfondo che, nell’ultima versione, acquista un grosso cespuglio di Mirto alle spalle della modella.

La Fornarina particolare
La Fornarina particolare

 

 

Alcune importanti particolarità dell’opera sono:  il mezzo busto posto a tre quarti per evidenziare,  sul braccio sinistro, il bracciale con la firma di Raphael Urbinas, (Raffaello di Urbino).  Il gesto, quasi pudico, della mano destra che cerca di coprirsi un seno. O di porgerlo, come è solita fare una madre quando si accinge ad allattare.

 

 

 

Uno dei più interessanti misteri è l’anello scomparso dalla mano sinistra. Le analisi scientifiche confermano sia stato cancellato alla fine. Forse per non porre in situazione imbarazzante la donna ritratta. La riflettografia smentisce l’ausilio di Giulio Romano e, comparato agli schizzi preparatori eseguiti dalla sola mano di Raffaello, è confermato il suo unico apporto all’opera.

Ogni particolare, una volta approfondito, vacilla le certezze e genera nuovi dubbi. La favola termina con la morte dell’artista. Il 18 agosto dello stesso anno, Margherita Luti si ritira nel Convento di Sant’ Apollonia  e viene registrata come vedova e figlia di Francesco Luti.

La Fornarina racconta l’amore così come è in realtà. Racchiuso tra concretezza e idealizzazione. Può darsi lei non sia nient’altro che tutte le donne amate da Raffaello racchiuse lì, in quel sorriso appena accennato. In quei due grandi occhi scuri che guardano al di là dell’osservatore,  che si volgono sereni  verso colui che le è complice e conosce i suoi pensieri.

Potremmo chiamarla Giulia Farnese, amante di Papa Alessandro VI Borgia. O Beatrice Ferrarese, prostituta e amante di Lorenzo dè Medici e Agostino Chigi. Caterina Coffarelli o Margherita Gemino. Tutte donne particolari incontrate da Raffaello nella sua breve vita.

Ritrasse molte donne e particularmente quella sua… della quale fece un ritratto bellissimo, che pareva viva viva: il quale è oggi in Fiorenza appresso il gentilissimo Matteo Botti, mercante fiorentino, amico et familiare d’ ogni persona virtuosa et massime de i pittori: tenuta da lui come reliquia per lo amore che egli porta all’arte et particularmente a Rafaello. – G.Vasari

O colei che gli fu negata da bambino. Colei che gli avrebbe insegnato, come solo una madre può fare, l’affetto e l’amore. Peraltro la perla è il simbolo di Venere, dell’amore eterno e materno.

Madonna della seggiola Raffaello Sanzio 1513-1514
Madonna della seggiola
Raffaello Sanzio
1513-1514

 

Raffaello fu il pittore capace di rappresentare la Madonna nell’umana figura superiore ma, finalmente, madre affettuosa. Colui che seppe rappresentare il potere di Cristo, come vero simbolo di profondo abbandono, pace interiore e  dolcezza.

 

 

 

 

Quale che sia il nome del suo eterno amore e da qualunque urgenza interiore dell’artista arrivi il sorriso della Fornarina, in realtà non ci è dato sapere. Come non ci è dato sapere se mai sia realmente esistita. Questo è ciò che rende affascinante la storia ed il mistero che si cela dietro alla tela.

Particolare Madonna Sistina Raffaello Sanzio 1512
Particolare Madonna Sistina Raffaello Sanzio 1512

Raffaello fu il pittore del sentimento profondo, dell‘estasi e dell’amore eterno e premuroso.

Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire.

Antonio Tebalteo

Epitaffio per la tomba di Raffaello

Quando Raffaello morì, si vocifera, tremarono i suoi affreschi e le sue madonne versarono una lacrima con la preghiera che, colui che fece paura anche alla natura, restasse in eterno avvolto in un abbraccio appassionato e affettuoso. Un abbraccio colmo di tutto l’amore da lui bramato in vita.

 


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