-
Jean Michel Basquiat, il fragile muro dell’arte
Ci sono artisti che godono di una rara e dimenticata virtù, la fragilità. Siamo fragili di fronte alla vita ed alla morte e perfino davanti noi stessi ed alle nostre emozioni. L’artista, se pensiamo a colui che riesce a sfiorare e valicare il confine tra realtà e oblio, si ritrova fragile di fronte ad un successo anelato e rincorso. Quell’Olimpo che, una volta conquistato, lo mette di fronte alla precarietà del successo stesso. Jean Michel Basquiat è qui che rappresenta, come altri artisti prima e dopo di lui, la peccaminosa virtù definita fragilità in tutta la sua essenza. di Cristiana Zamboni Siamo tutti fragili nei confronti della vita e degli…
-
Vermeer, l’arte e la seduzione nell’intimo di uno sguardo
La storia dell’arte è ricca di ritratti femminili eseguiti solo per illudersi di poterne carpire i segreti più profondi e preziosi, imprigionati e protetti tra due labbra come una perla nella sua conchiglia. Difficilmente decifrabili, come la bellezza di uno sguardo femminile che porta in superficie un mondo interiore complesso e magnetico. Johannes Vermeer fu l’artista che più si avvicinò a quel mistero. di Cristiana Zamboni In tutta la storia della letteratura e dell’arte la figura femminile è la più rappresentata, analizzata, studiata, incompresa ed amata. Fin dall’antichità l’uomo ha cercarto di comprenderne i segreti così da poterla definire in un algoritmo. Ha costruito canoni e definizioni che crollano come castelli…
-
Julian Schnabel, un vulcano di intimità, film ed arte
Ci sono artisti nella storia dell’arte che più di altri dividono il pubblico ed il mercato creando la classica netta spaccatura definibile nella frase di Catullo Odi et amo. “Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così e mi tormento.” Gaio Valerio Catullo Di Cristiana Zamboni L’infinito tormento dell’uomo, Julian Schnabel lo esplica nella creatività e lo custodisce in un suo dipinto ad olio su velluto del 1982 intitolato Maria Callas. Il colore, sapientemente posizionato dalla mano dell‘artista, trasfigura le emozioni primordiali in segni astratti, originando un fortissimo dinamismo. Un corpo chimerico volteggia in un mondo apparentemente provato, assorbendo le vite e i sentimenti…
-
E se l’arte ci salvasse dalla solitudine di questo tempo
Trovarsi davanti alle opere di Michelangelo, Van Gogh, Chagall, Hopper, Klee, Munch e molti altri artisti non è diverso dal passeggiare, in questo tempo, per le strade della propria città. Vie silenziose e poco trafficate fanno da sfondo a vite che, di tanto in tanto, alzano lo sguardo dai propri pensieri e per un attimo ci lasciano entrare nella loro esistenza. Gli occhi sono lo specchio dell’anima ed attraverso l’arte ci accompagnano nei sentieri dispersi delle emozioni e dei sentimenti. E se provassimo a guardare la solitudine attraverso lo sguardo creativo degli artisti, forse, sarebbe più facile allontanarsi dal suo senso di condanna e trasformarla in arte. Di Cristiana Zamboni…
-
Schiele: arte ed eros al tempo del pudore
Nel lungo viaggio attraverso l’arte vi è ancora chi, davanti ad alcune opere, si appresta a classificarle come sfregio al comune senso del pudore con la conseguente censura. Eppure, se osservate con devota e silenziosa attenzione, è familiare sentire come l’eros, esattamente come l’amore, diventa un tema esistenziale per l’uomo e per l’arte. Punto cardine di un’intimità e ricerca di sé che deve restare, ancora oggi, celata per non destare scandalo. Con Egon Schiele e la sua Wally l’arte si trasforma in rappresentazione svelata di ciò che realmente siamo quando, carnalmente ed umanamente, amiamo. Di Cristiana Zamboni La censura di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, con qualsiasi…