Lucian Freud e la Venere di Milo, un viaggio nell’arte

L’arte rappresenta ciò che siamo e da sempre cerca di raccontare  ciò che siamo stati  ponendo un accento particolare verso la ricerca futura di ciò che saremo. L’arte moderna, a differenza di quella antica, svela, senza troppe remore, come l’uomo sia incapace di rapportarsi con se stesso, con il mondo esterno e con la realtà. Trasformando l’esistenza in un bramoso cammino che, sepiterno, cerca la perfezione esteriore. Celando l’altrettanto sepiterna lotta con la fragilità interiore che ci contraddistingue. L’ arte può venire in soccorso per comprendere che, nota di competenza, l’importante è che siamo vivi. Il massimo ritrattista della fragilità umana, Lucian Freud, ci aiuta a comprendere come questo scontro, in realtà, è un incontro atto a raccontarci e comprenderci a fondo.

Di Cristiana Zamboni

Lucian Fredu
Ritratto di Lucian Freud

Gli artisti contemporanei cercano di stravolgere il concetto classico di bellezza come fattore estetico umano relegato a formule algebriche, rendendosi conto che la finalità della loro espressione è molto simile alla rappresentazione dell’essere umano nella sua totalità, includendo anche le sue incertezze, così da poter essere conosciuto a fondo, sia esteriormente che interiormente, così da comprendere che la sua immensa forza si ritrova proprio nell’analisi delle sue mancanze.

A quanto possiamo discernere, l’unico scopo dell’esistenza umana è di accendere una luce nell’oscurità del mero essere.
Carl Gustav Jung

L’arte classica e quella dell’epoca moderna usano la figura umana con visioni diverse eppur molto simili. Se la prima tende ad esaltarla e renderla così perfetta da poter divenire simbolo di quegli dei a cui l’uomo deve, obbligatoriamente, far rifermento per portare a compimento il suo unico motivo di esistenza, l’arte moderna la stravolge  finanche a distruggerla. Ma  il fine ultimo le unisce,  rappresentare l’essere umano nel suo massimo splendore ed unicità.

La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna.
Oscar Wilde

Il massimo ritrattista della fragilità umana, Lucian Freud, ci aiuta a comprendere come questo scontro, in realtà, è un incontro atto a raccontarci e comprenderci a fondo.

Il mio colore non ha alcuna funzione simbolica. Non voglio che nessun colore sia evidente. Voglio che il colore sia il colore della vita, in modo da notarlo come irregolare se fosse cambiato. Non voglio che funzioni nel senso modernista come colore, qualcosa di indipendente. Non voglio che la gente dica: “Oh, cos’era quella tua foto rossa o blu, ho dimenticato di cosa si trattasse.  Lucian Freud

L’arte rappresenta ciò che siamo e da sempre cerca di comunicarci  ciò che siamo stati  portando l’uomo alla ricerca sepiterna di individuare ciò che sarà.  Obliando, a volte, la sua vera essenza e l’incapacità di rapportarsi con se stesso, col mondo esterno e con l’oggettiva realtà di ciò che è.

L’arte è al livello più alto del pensiero immaginativo, come la scienza al livello più alto del pensiero razionale. Giulio Carlo Argan

Si trasforma, così, in un inconsapevole eterno viaggiatore senza una vera meta, nell’agoniata aspettativa della perfezione esteriore, ponendosi come nemico da sempre in lotta con le sue fragilità interiori che, in verità, gli regalano unicità.

Non avrei mai potuto mettere nulla che in realtà non fosse lì davanti a me. Sarebbe stata una bugia inutile.

Lucian Freud

In tutta la storia dell’arte l’uomo, in qualche modo, ha voluto lasciare il segno del proprio passaggio e del proprio pensiero. Chi in modo chiaro e chi, come per l’arte contemporanea, solo per alcuni pochi eletti che riusciranno a leggerne il linguaggio ed interpretarne il messaggio.

La storia dell’arte ci presenta, con un attento scrutinio, le sue svariate forme di linguaggio e di comunicazione. Partendo dai primitivi con i loro graffiti è possibile comprendere quanto il disegno diventi un lascito necessario ai posteri, trasformandosi in metodo di comunicazione indispensabile alla sopravvivenza, per non esser dimenticati.

Osservare l’arte diviene basilare per posizionarsi nella giusta prospettiva per studiare ed analizzare la storia. Ogni opera d’arte può divenire un libro di storia, non scevra di particolari e caratterizzata da una visione stimolante per la fantasia, la stessa che indica l’interiore pensiero dell’artista su se stesso, sulla società e sulla storia del suo periodo.

Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.
George Bernard Shaw

Della forza comunicativa dell‘arte due sono le forme di linguaggio che possono venirci in soccorso per meglio comprendere l’uomo. Comunicazioni semplici e di facile comprensione senza tralasciare la loro capacità insita di trasmettere empatia ed emozione. L’arte classica dell’antica Grecia, volta a rappresentare il bello e la perfezione dell’essere umano esteriore e l’arte di Lucian Freud, volta a rappresentare la bellezza della fragilità umana, dell’imperfezione, della paura e del declino interiore dato dalla ricerca della perfezione nel vivere.

Bambina in camera
Lucian Freud
1952

Due facce della stessa natura. La sublimazione di ciò che si può essere ed il non nascondere ciò che in realtà si è. Coi greci il lessico usato nelle rappresentazioni artistiche era semplice ed immediato, rivolto al rappresentare l’emblema da inseguire per arrivare al fine ultimo dell’esistenza attraverso il possesso della perfezione. L’essere umano diventa ritratto degli dei e  la verosomiglianza col superno invisibile, gli concede, inconsciamente, la presunzione e l’illusione per poter essere simili. Una spinta a silenziare la fragilità interiore, volgendo la sua volontà al raggiungimento della perfezione di chi l’ha creato.

Ricercavano il bello per antomasia e mostrano, senza veli a chi non aveva occhi per vedere, che la superiorità è cosa umana. Forti, intelligenti, capaci di qualsiasi abilità bellica con corpi perfetti, scolpiti e costruiti secondo canoni estetici ben definiti. L’uomo doveva concepirsi come la risultante di un agglomerato di formule matematiche in cui l’ipotesi era data dall’unione di potenza e bellezza.

La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza.  David Hume

Un canone artistico accademico che simboleggia quanto l’uomo possa aspirare ad esser parte della creazione in cui tutto è possibile. Una creazione illusoria, in quanto, concepisce solo l’aspetto estetico ed il concetto di volontà, portando l’uomo ad ambire solo ed unicamente a tutto ciò è umanamente impossibile.

 

Uomo nudo visto da dietro
Lucian Freud
1991-1992

 

 

In alcuni periodi storici, osservare un’opera d’arte, valeva più che leggere libri. Se pensiamo al Caravaggio, pur eseguendo commissioni ecclesiastiche le sue opere, il suo disdegno per l’uomo e per quel periodo chiuso e buio si legge chiaramente. Ha un profondo spirito primitivo e comunicativo dell’intenzione dell’arte. Spirito che, prendendo in esame la contraddizione della natura umana nelle espressioni artistiche della storia dell’arte, è possibile scoprire in Lucian Freud.

 

 

 

 

 

Sicuramente passare dall’ osservare la Venere di Milo alla Ragazza nuda che dorme, può lasciare perplessi. Non vi si trova similitudine fra le due opere, se non per il soggetto. Ma se ci affidiamo alle parole di Platone in cui –L’anima se sta smarrita per la stranezza della sua condizione, anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede bellezza. –

Riscoprire lo spirito artistico di Lucian Freud è balzante. La Ragazza nuda che dorme potrebbe ricordare la distruzione dell’ effige della Venere di Milo,  sinonimo visionario emblematico dell’evoluzione sociale del soggetto.

Ragazza nuda che dorme Lucian Freud 1968 Photo web

Prendendo queste due opere, lasciando da parte i secoli passati nel frattempo, l’evoluzione umana sociale appare chiara. La ricerca continua e spasmodica della perfezione e l’avvicinarsi a qualcosa di superiore può portare ad una lenta distruzione interiore che si riflette nella sua esteriorità.

Lotte psicologiche che implodono ed, inevitabilmente, portano ad una solitudine dell’ Io ed una deformazione fisica dovuta al dolore della consapevolezza. Incapace di rapportarsi con il mondo esterno, con se stessi e con la realtà di ciò che si è. Soprattutto in una seconda metà del Novecento distrutta dalla guerra.

Lucian Freud
Il pittore ritratto nel suo studio

 

L’umanità ha sempre barattato un po’ di felicità per un po’ di sicurezza. S. Freud

L’ossessione di Lucian Freud, pittore e nipote del padre della psicanalisi Sigmund Freud, per la perfezione artistica che rappresenta il corpo e la mente umana, soprattutto nella cura dei particolari, non deriva dalla ricerca della bellezza esteriore, ma dalla bellezza interiore.

La bellezza dei turbamenti tipici dell’animo, soprattutto femminile che le rendono uniche e particolari.  Come se la bellezza sia nel vivere la fragilità ed il coraggio della condizione umana. Superiori a qualsiasi Dio.

Tu, anima buona, che come lui senti l’interno tormento, attingi conforto dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi.
Johann Wolfgang von Goethe

 

Due uomini
Lucian Freud
1988

I suoi quadri possono sconvolgere per la cruda brutalità, per la tristezza e la fragilità ma, se li si osserva attentamente,  altro non sono che la verità di ciò che siamo. Imperfetti nella perfezione rappresentativa della sua arte.

 

Ragazza con cane bianco
Lucian Freud
1951-1952

 

 

Esalta, in qualsiasi persona ritratta, l’inquietudine delle emozioni e delle sue ansie. Che poi sono la bellezza vera dell’uomo. Un mondo interiore infinito, incomprensibile e misterioso, sempre diverso e bello per questo suo essere incontrollabile.

 

 

Al di là di ogni emozione che possa provare un qualsiasi Dio rincorso dai greci. L’arte è una forma di comunicazione che è stata creata dall’uomo per lasciare un segno di sé e del suo passaggio singolo e comunitario.

 

Ero dentro e fuori, contemporaneamente incantato e respinto dall’inesauribile varietà della vita.  FRANCIS SCOTT KEY FITZGERALD

Ritratto di Kate Moss
Lucian Freud

 

Una delle possibili certezze che possiamo avere sull’arte è che ci viene incontro attraverso il viaggio della comprensione di ciò che siamo. Aiuta a  comprendere che siamo vivi.

Sia dentro che fuori, avvolti dalla bellezza della nostra carnalità e fragilità, intrinsi di quella smania di possesso della perfezione come effige di anche solo una delle rare possibilità di esistere e non solo per noi stessi, e non solo per accudire un dolore.

 

 

 

Siamo parte di un disegno meraviglioso che ci si evolve e si costruisce attraverso i segni del tempo, attraversando tutte le dimensioni e volgendoci verso spazi sempre più reconditi e sempre più lontani. Un trattato storico attraverso le immagini che esplicano il concetto re dell’esistere, tra passato, presente e futuro, indipendentemente dal come ci vediamo e rappresentiamo.

Indipendentemente dalla ricerca interiore od esteriore che viviamo nel nostro passaggio. Carichi solo della bellezza del nostro essere fragili ed imperfetti nell’idea dell’eterna compiutezza di un calcolo matematico.


Bibliografia utilizzata e consigliata:

Bacon Freud. La scuola di Londra. libro   Crippa E. (cur.) edizioni Skira collana Cataloghi , 2019

Lucian Freud. Ediz. illustrata, libro Fagioli Marco edizioni Giunti Editore collana Dossier d’art , 2018

Giulio Carlo Argan e la storia dell’arte greca: alcune riflessioni Autori Nicolai Mastrofrancesco 2012

Storia dell’Arte italiana. Vol. I – Libro Giulio Carlo Argan


 

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