Questo confinamento appena passato ha lasciato una lentezza che in questi giorni di incessanti temporali, avvolge ed impigrisce. Dondolandoti tra cucina e salotto per poi naufragarti verso la camera in un’andata e ritorno piena di indecise aspettative, in cui ci si ritrova protagonisti assenti davanti al frigorifero. E se i confini sono stati allentati da una certa dose di buon senso comunitario, la pioggia risveglia l’ancestrale bisogno di sentirsi al riparo. Ed accompagnare il tutto con un film italiano, rincuora l’anima di tutti quegli Amori che non sanno stare al mondo.

Di Cristiana Zamboni

Una parola ci libera da tutto il peso e il dolore della vita: quella parola è amore.
Sofocle

Il rumore della pioggia rimane, sempre e comunque, la musica più rilassante e stimolante che riesce a sostituire l’ondeggiante rumore del mare nelle orecchie di chi non ha la fortuna di averlo vicino. Quel suono cullante dalla certezza che i temporali estivi, così come certi dolori che accomunano, come arrivano poi se ne vanno. Convinzione che trova radici in quel nido protettivo che chiamiamo casa dove il divano rimane la culla preferita in giornate come questa.

La vita è una tragedia piena di gioia.
Bernard  Malamud

E’ un momento strano e sarà un’estate alquanto diversa e la sensazione di ritrovarsi protagonisti insoliti di un film catastrofico visto al cinema, non si è ancora del tutto placata. Ma il ticchettio della pioggia sui vetri lascia spazio a ben altre speranze che trovano risposte in uno di quei film tipicamenti italiani che, seppur con una certa dose di ironia, riportano alla liquida concretezza di questa giornata, in un secolo qualunque, in cui l’estate ci avvisa del suo arrivo con fulmini e saette facendo straripare i fiumi ed allagare le nuove piste ciclabili.

Film come sogni, film come musica. Nessun’arte passa la nostra coscienza come il cinema, che va diretto alle nostre sensazioni, fino nel profondo, nelle stanze scure della nostra anima.

Ingmar Bergman

C’è qualcosa di inspiegabile che muove l’essere umano in tutto il suo cammino, fin da quando è piccolo e si ritrova ancora ancorato alla calda mano materna, davanti all’ingresso dell’asilo. Quella timida paura che deve assolutamente vincere per passare al livello successivo del grande gioco della vita. Per poi affrontarla via via, scuola dopo scuola, nel corso di tutta la sua personale formazione. E tra le lezioni seguite in un minuscolo banco che non cresce insieme alle sue gambe e lascia lividi ovunque fino alla maturità, comprende che l’amore è ciò che muove il sole e le altre stelle.

Un sentimento che il cinema italiano riesce sempre a raccontare con la stessa leggerezza di Calvino, mettendo sotto i riflettori le infinite sfumature del genere umano. Anche le più profonde, quelle che nella vita reale difficilmente riscontri osservando il mondo che ti circonda ed il perchè è tutto lì, in quella timida paura di essere che ci portiamo dentro fin dall’infanzia.

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.
Italo Calvino

Registi come Ferzan Özpetek, Francesca Comencini, Cristina Comencini e altri, sono capaci di trasportare nei loro personaggi tutte quelle tonalità di colore che provengono dalle emozioni umane.

E nel film del 2017 tratto dall’omonimo libro Amori che non sanno stare al mondo scritto e poi diretto da Francesca Comencini, c’è tutta la sentimentale Italia contemporanea. Interpretato da Lucia Mascino, che per questo ruolo ha ottenuto la candidatura al Nastro d’argento e al Globo d’oro come miglior attrice protagonista, e Thomas Trabacchi, anche lui candidato come miglior attore non protagonista. Senza sorvolare sulla candidatura al Nastro d’argento  per la migliore canzone originale, nonché titolo del film, di Giovanni Truppi & Valerio Vigliar.

Insomma un cast eccezionale che ben trasforma in materia l’intima natura dei suoi protagonisti.

 

Ed ogni volta che spezzo un cuore, oppure un altro cuore mi incatena, lo so che dietro a tutto questo caos che mi fa stare bene o mi fa stare in pena, c’è un ragazzino scatenato. Non gliene frega niente di niente ma io lo seguo fino in fondo. Lui è il mio amore e non sa stare al mondo.

Amori che non sanno stare al mondo di Giovanni Truppi e Valerio Vigliar

Amori che non sanno stare al mondo è una storia qualunque di un amore qualunque, tra due persone qualunque. Una relazione nata da un diverbio culturale che si trascina davanti ad un piatto di pasta e cresce in un continuo confronto fra due persone che si amano.

Apparentemente una commedia che ci riporta alla comune vita di tutti, ma quella è finzione non realtà. Ed i protagonisti hanno la possibilità di dirsi e dire a se stessi esattamente come la pensano. Una peculiarità che la protagonista, Claudia, esalta rendendo partecipe chi guarda a tutte quelle elucubrazioni mentali tipiche di un rapporto di coppia in cui si dovrebbe dire tutto ma non sempre sembra possibile.

Ma perché piangete tutte di notte, tutte, dalle tre alle cinque del mattino.

Citazione dal film Amori che non sanno stare al mondo

Claudia è una professoressa, esattamente come Flavio ed insegnano entrambi all’università. Età media, vita media ed un medio amore che li porta a decidere di andare a vivere insieme nella casa di campagna di lui appena fuori Roma. Un tran tran che oscilla fra l’essere donna di lei e l’essere uomo di lui, fino a quando Claudia non esprime il fatidico desiderio di avere un figlio.

Del resto Claudia è una donna ormai noiosamente soddisfatta della sua carriera e quello che le manca per completare il quadro perfetto è il sentirsi madre. Cosa lecita, se non fosse che Flavio, anche lui uomo di mezza età e lavorativamente parlando di egregio curriculum vitae, non ha, almeno per il momento, contemplato. Perchè lui, forse, ha ancora bisogno di accudimento ma Claudia vuole un uomo con cui confrontarsi e vivere ogni giorno, non qualcuno che dipenda da lei e a cui deve fare da agenda, orologio e accessori simili.

Perchè alla fine, l’unica vera differenza fra uomo e donna è in quella possibilità tutta al femminile di custodire e portare al mondo una nuova vita. E negli ormoni, o almeno nella loro percentuale di quantità, come enunciato in alcuni libri di scienza, che condizionano i nostri bisogni e le nostre emozioni. E seppur si combatte da sempre la differenza di genere, il corpo umano viaggia seguendo una traiettoia tutta sua senza mai fermarsi. Nemmeno davanti ad una consapevole differenza che genera quell’ incomunicabilità che stravolge lo stare insieme, e manda all’aria tutti i progetti ipotecati per gestire l’orologio biologico e il proprio posto nel mondo.

Lo sai qual’è il tuo problema? – Sentiamo, qual’è il mio problema? – Che non deponi mai le armi.

Citazione dal film Amori che non sanno stare al mondo

Claudia è una donna contemporanea fin nel suo profondo, indipendente, insicura ma molto combattiva se si tratta delle sue idee. Idealista e pronta a trovare un qualsiasi ancoraggio che non la sleghi dalla sua storia d’amore. Spontanea, un pò egocentrica, libera e sempre sotto autoanalisi e in contraddizione con se stessa. Non le importa vivere un amore dal vestito bianco in cui lei è una principessa da salvare perchè lei si salva da sola, quel che le importa è vivere sentendo girare la testa fra tutte le emozioni che, nonostante tutto, le scivolano addosso senza che nemmeno se ne accorga.

Noi viviamo in un sistema etero-capitalista basato su primato del tetstosterone. Per questo motivo la logica temporale dei generi, è assimetrica. Una donna di quarantacinque anni esce dal mercato mentre un uomo resta sul mercato fino i sessantacinque. […] Per l’età reale di una donna nel sistema etero-capitalista aggiungete quindici anni al suo equivalente maschile, sottraete due anni per ogni supplemento di bellezza, chirurgia estetica. Aggiungete due anni per ogni handicap sociale, divorzio, disoccupazione e figli a carico.

Citazione dal film Amori che non sanno stare al mondo

Flavio è un uomo che combatte con il sentire del tempo che passa, vanesio ed insofferente verso le sue stesse paure, che procede  ad una velocità completamente diversa da quella di Claudia. Un uomo che l’ama ma, come da inconscia consuetidine, concentra in lei tutti quei cliché arcaici sulle donne che cancellano l’identità di lei. La vorrebbe condiscendente e consenziente, materna e meno indipendente. E quando la guarda la trova sempre così bella e sensuale, che ritrova sulla pelle quell’iniziale brivido provato per ciò che di lei lo aveva colpito ed intrigato e che ora è l’enunciato principale della tesi che decreta la fine del loro amore

Una tesi che dimostra che siamo tutti come dei piccoli universi attirati verso altri piccoli universi che hanno bisogno di continua nuova energia per evolversi, e fino a quando quell’energia sarà prodotta in modo naturale ed ecologico senza intaccare nessun equilibrio convivente, tutto continuerà a germogliare ma se solo uno dei pianeti attira e chiede poco di più, va da sé che il Big Bang appare inevitabile.

Ogni giorno gli scrivo che mi ama, lui mi intima di lasciarlo in pace, io gli rispondo – Lo vedi che mi ami?- Lui scrive – Piuttosto che tornare da te mi uccido! Io gli scrivo – Questa è una chiara dichiarazione d’amore.

Claudia, da Amori che non sanno stare al mondo

Il film inizia dal momento in cui la loro storia è definitivamente tramontata con qualche accenno al suo inizio e durante giusto per completare il quadro a chi guarda, per poi proseguire verso un dopo che, necessariamente, li porta a ricercare nuovi capitoli per andare avanti.

E se Claudia si lascia trasportare verso isole mai esplorate, lasciando la porta socchiusa in attesa del ritorno del suo cavaliere che, sicuramente, tornerà. Flavio si rifugia timidamente nell’ennesimo cliché antico della compagna giovane che ha appena iniziato a costruirsi un’identità tutta sua e che può aiutarlo a sentirsi nuovo e sicuro di trovare, finalmente, un pò di tranquillità e quella felicità che alla fine scopri essere lì, proprio dove non l’avresti mai cercata, in una vita normale, in un matrimonio come tanti, forse.

Vedrai questa volta sarò felice. Sarò felice di cenare a casa, sarò felice di addormentarmi con Giorgia davanti alla tv, di conoscere le sue amiche, di accompagnarla a comprare i vestiti, di parlare del suo nuovo lavoro. Di aiutarla a fare la spesa. Sarò felice.

Flavio, da Amori che non sanno stare al mondo

Ci sono amori che faticano a stare al mondo. Amori in cui le emozioni ed i sentimenti sono così forti che si trasformano in ostacoli travestendosi da desideri da rincorrere. Storie in cui i protagonisti viaggiano con i loro bagagli su binari diversi, a velocità diverse e poco disposti ad annullarsi per restare legati, ma che difficilmente si concepiscono disuniti. Unicità costruite e complesse composte da individuali fragilità da tener nascoste per esser considerati normali, seppur siano peculiari caratteristiche comuni al genere umano.

E dire che ho sciupato anni della mia vita e ho voluto morire e ho avuto il mio più grande amore per un uomo che non mi piaceva, che non era il mio tipo… No questo è Proust, tu eri il mio tipo eccome, ma è successo a noi come a tutti, l’amore se ne è andato e oggi ti perdo. Adesso se mi fermo e ci penso accetto… Alla fine, cazzo, anche i Beatles si sono lasciati…

Claudia (Lucia Mascino) citazione dal film Amori che non sanno stare al mondo

Quel cercarsi e identificarsi attraverso una normalità a sfondo sociale, a volte, distrugge quel sentimento complice che unisce due persone già integrali di loro. E quello strano sentirsi mai completi se non attraverso un’altra esistenza, sovraccaricata di aspettative umanamente inattese, ci lascia, inevitabilmente, quella sensazione di essere sempre sbagliati e mai all’altezza. Come se ci fosse nell’amare un principio di possibile fallimento se cerchi di restare fedele a te stesso e devi, a tutti i costi, trovare un perchè alla fine di ogni cosa.

Pensare che il bello dell’amore è mollare gli ormeggi e abbandonarsi al sentimento, lasciandosi andare a quell’irrefranabile voglia di possederlo sempre e ancora in quel respiro profondo che regala un senso di totale libertà in cui essere, finalmente, se stessi. Senza troppi pensieri, calcoli e elocubrazioni che si cibano di ormoni, tempo e della vita stessa.

Nel nostro mondo di individualismo rampante, le relazioni presentano i loro pro e contro. Vacillano costantemente tra un dolce sogno e un orribile incubo. 

Z. Bauman

L’amore forse, non deve sempre esserci per forza o meglio, dovrebbe assomigliare più a una scelta, scevra di calcoli logici e matematici imposti dalla società e dall’orologio biologico. L’età, il sesso, il lavoro sono articoli concomitanti che fanno parte della vita e ti collocano nel mondo, necessari per un’identificazione globale. Ma l’amore è un’altra storia. Dovrebbe essere quell’angolo di assoluta libertà che regala un valore aggiunto a ciò che siamo.

Non dovrebbe assomigliare ad un ancoraggio o una voce sul curriculum, non dovrebbe essere la giustificazione a ciò che siamo o la risposta a ciò che, ancora, non comprendiamo. Non dovrebbe completare o distruggere con un dolore che, come per Claudia, è solo autoindotto per sentirsi parte di un qualcosa che non c’è più. L’amore dovrebbe, forse, essere il di più che ci solleva dal mondo.

I legami umani sono sostituiti dalle connessioni. Mentre i legami richiedono impegno, connettere e disconnettere è un gioco da bambini.

Z. Bauman, Amore liquido

Ciò che è un uomo non è semplice comprenderlo per una donna e ciò che è una donna è altrettanto difficile da comprendere per un uomo, e affidarsi a cliché per lo più sconfessati dalla vita, non aiuta affatto nella comprensione di chi siamo e di chi amiamo. L’amore, in ultima istanza, seppur sia il sentimento più discusso e provato al mondo è l’incipit misterioso che muove il sole e le altre stelle e sigillo dell’ eterno limite dell’uomo a comprendere il tutto. E la fine di un amore è l’incognita per eccellenza che lascia quel sottile senso di fallimento e impotenza che supera, a volte, perfino la paura di vivere.

Perchè l’amore non è eterno finchè dura e sopravvive anche dopo i titoli di coda, perchè resta lì tra ricordi della memoria e delle nostre esperienze. E’ qualcosa che, inevitabilmente, ci ha cullato e cambiato e quel che siamo lo dobbiamo anche a quell’amore passato. E sarebbe davvero conveniente se bastasse questo a cancellare il dolore ed il rancore per  lasciarlo definitivamente andare.

Per fortuna domani è un altro giorno e forse smetterà di tuonare e piovere. Tornerà il sole e la normalità e la mascherina sarà un accessorio relegato in un cassetto, trattenuto tra i ricordi, per non dimenticare che siamo stati  tutti comparse di un grande e tragico film. Ci saranno nuove storie d’amore e nuove avventure, perchè l’unica cosa  davvero importante è provare almeno una volta nella vita a coniugarsi nella voce del verbo Amore, così senza porsi troppe domande e troppe aspettative.

Non mi domando più perchè ti ho amato così tanto. [..] Io ti auguro di avere una figlia femmina che sia bella e intelligente come te. Ti auguro di vederla crescere felice, finchè un giorno incontrerà un uomo come te, allora la vedrai piangere e disperarsi, la sua autostima disintegrarsi. Odierai quell’uomo perchè ti assomiglia e non potrai aiutare tua figlia, non la potrai salvare da questa maledizione perchè il mondo non sarà cambiato e tu sarai troppo vecchio. Però mi auguro anche che Lea sarà forte, saprà combattere e alla fine risorgerà. Chiamala Lea, è un nome che mi è sempre piaciuto. 

Claudia, citazione dal film Amori che non sanno stare al mondo

Buona visione!


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