A volte bastano anche solo 18 regali

Ci sono film che in sole quasi due ore di programmazione, raccontano l’universo umano meglio di qualunque trattato di sociologia e filosofia. Immagini e parole che creano nel profondo di chi guarda, la sensazione che tutto finalmente abbia un senso. Vaghiamo alla ricerca di risposte sfogliando le pagine dei più accreditati tomi consigliati, annaspiamo fra citazioni altrui e cerchiamo consensi in religioni difficili anche solo da applicare al nostro essere umano. Per poi comprendere che quel che siamo è in quei sentimenti reali di amore e rabbia per quel che la vita ci dona o ci infligge e solo questo ha davvero senso. E i responsi sono rinchiusi in quelle scatole impreziosite da una carta regalo colorata e luccicante. Perchè a volte bastano anche solo  18 regali  per imparare a vivere e comprendere di essere amati.

Di Cristiana Zamboni

“Se c’è una cosa che ti piace tantissimo la mangi subito o la lasci alla fine?”

Citazione dal film, 18 regali

C’è qualcosa in qualche occasione, che succede e ci ritroviamo completamente persi e impreparati.

Siamo abituati a sentirci sempre un pò inesperti, del resto nessuno ci ha insegnato a vivere, a essere figli e poi genitori, così navighiamo a vista in un consueto disequilibrio tra carenza, voglia di possesso e ricerca di una qualsivoglia identità che ci porti un pochino di felicità.

Perché pensiamo sempre che la felicità sia una cosa ceduta e concessa da altri seppur vegeti silente nel nostro ventre. E lì riposa in attesa solo di esser colta nel momento in cui il nostro animo e la nostra mente siano abbastanza maturi per riconoscerla.

“Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d’attesa.”

Jules Renard

Ma se ci capita di scoprire che la vita sta per finire proprio mentre il nostro grande momento felice è pronto per il raccolto, ecco che ci sentiamo impreparati verso tutto,  e anche muovere un piccolo passo non è più un movimento condizionato al nostro volere. Il corpo diventa pesante e tutto comincia a girarci intorno indifferente al nostro restare immobile, come se non fossimo mai esistiti.

“La nostra morte non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che foglie appassite sull’albero della vita.”

Albert Einstein

Ed è proprio in quel momento, quello in cui stiamo per andarcene via e lasciare tutto, che ci assale la tremenda voglia di vivere e ci sentiamo finalmente pronti a vivere. Lasciamo tutti i dolori, gli ancoraggi e il passato non esiste più e restare sarebbe la sola cosa a non farci più paura. Perché alla fine, ci attacchiamo sempre a quel che ci manca.

E se il grande assente è proprio il futuro, siamo pronti ad inspirare a pieni polmoni il presente, anche se prima era il nemico che lasciava sempre uno strano senso di insoddisfatta consuetudine. Un presente che presto diventerà un mancato passato da lasciare a chi porterà avanti il nostro futuro. E ti accorgi che forse, hai perso tempo nelle cose sbagliate e ora le cose da fare in quei pochi istanti rimasti sono molte.

“Portami nel posto in cui vai. Dove nessuno sa se sia notte o giorno. Per favore, non mettere la tua vita nelle mani.”

Don’t Look Back in Anger , Oasis

Tutto quello che sarà perso dovrà essere predetto, anticipato, raccolto ed infiocchettato in 18 regali. Così come la trama del film di Francesco Amato intitolato, per l’appunto, 18 regali. Ispirato ad una di quelle vite che devono fermarsi al traguardo dell’esistenza proprio nel momento in cui tutto sembra aver finalmente un senso. E senza alcuna possibilità di scelta.

Edoardo Leo è Alessio, un marito come tanti altri, un pò perso nelle sue partite a calcetto con gli amici e nell’amore di Elisa, interpretata da Vittoria Puccini, una donna in dolce attesa e colpita da una malattia che lascia il suo futuro in balia della volontà del suo corpo di resistire e combattere un male incurabile che le sta crescendo dentro esattamente come sua figlia Anna, alias Benedetta Porcaroli.

“Forse sei arrabbiata adesso, ti stai chiedendo perché, perché proprio a te, e me lo sto chiedendo anche io. C’è solo la vita e credimi, non vale la pena viverla da arrabbiata o triste. Questo è il mio ultimo regalo, ho sognato che le cucinavamo assieme, spero che ti piacciano. Ci manca solo un pizzico d’amore e spero ce lo metterai tu.”

Citazione dal film, 18 regali

Vite prese in prestito da una di quelle tante storie vere di cui ne ignoriamo anche solo l’esistenza. Storie di persone che navigano nel mondo esattamente come ognuno di noi. Con le proprie gioie e dolori, con il lavoro, una casa ed una famiglia, con l’unica differenza di ritrovarsi in una precaria bolla di sapone pronta ad esplodere da un momento all’altro.

“I figli sono come gli aquiloni: gli insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo. Gli insegnerai a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Gli insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.”

Madre Teresa

 

Dicono che mettere al mondo un figlio sia  la naturale continuazione dell’ esistenza. E se per qualcuno è solo un atto egoistico per sentirsi felice e per darsi una nuova possibilità, per altri è donare il più grande regalo che si possa mai ricevere. Crescere un figlio, comunque sia, è un atto di coraggio e di amore. E nonostante sia pazienza e sacrificio, è la prova provata della capacità insita nell’essere umano di riuscire ad amare un essere al di fuori di se stesso.

E’ un dono misto a comprensione ed infinito appagamento per il lavoro più difficile di sempre, unito alla prova che non siamo macchine, ma sentimento ed emozione pura. Un dono che facciamo anche a noi stessi quando scegliamo di diventare genitori. Perchè non è un obbligo e tantomeno un traguardo da inserire nel curriculum vitae, è semplicemente una scelta, una scelta d’amore.

Un nuova vita è come creta da plasmare tra le mani di un artista alle sue prime armi, perchè nessuno ti impartisce mai la giusta lezione per esser genitore. E seppur comprendi che ogni gesto o parola che esprimi verso questa nuova giovane esistenza, viene recepita ed assorbita istantaneamente modificando per sempre quel germoglio, non sei preparato ad esser il più perfetto possibile.

Soprattutto se sei consapevole di essere obbligato a lasciare questo mondo prima del tempo e che non potrai accompagnare tuo figlio durante la sua crescita. Se sai che non ci sarai quando piangerà perchè cade dalla bicicletta o perchè un amico l’ha tradito. Non ci sarai a consolarlo del suo primo fallimento o del suo amore non ricambiato. E non ci sarai quando la sera andrà a dormire e sentirà di non esser completo, perchè gli manca il calore ed il sostegno di chi l’ha voluto con tutte le sue forze.

“Cara Anna vorrei dirti tante cose, vorrei dirti com’è la vita e come va affrontata. Vorrei trasferirti il mio modo di fare e di pensare. Vorrei esserci nei momenti di difficoltà, ma non si può. Il destino ha deciso così.”

Citazione dal film 18 regali

18 regali è il viaggio di una madre che cerca di prepararsi a tutto questo senza mai tralasciare il dopo. Una donna che cerca di alleviare la sua mancanza nel futuro di quella vita che cresce al suo interno e legata a lei non solo da un cordone ombelicale, ma dal battito scandito dei loro cuori che viaggiano a velocità diverse ma concatenate.

E finchè batte il cuore di Elisa, batterà anche quello di Anna e se Anna cresce, Elisa continuerà ad esser consapevole che deve fare di tutto per vivere, anche solo per dare a lei la possibilità di esserci in questo mondo. Tanto poi, ci sarà Alessio a raccontarle l’amore di sua madre, ci sarà questo padre che, nonostante si senta anche lui perso e solo, saprà trovare in Anna la sua Elisa e crescerla secondo il principio dell’amore che li ha uniti.

Ma ogni vita è fine a se stessa, si cresce, si prova e si sbaglia. E Anna è una bambina e una giovane donna circondata da persone che l’amano infinitamente ma che non sono sua madre.

Sembra, a volte, che l’essere figlio sia una qualità insita nel nostro Dna e nonostante capiti ci siano vite orfane o abbandonate, l’assenza di uno o entrambi i genitori, lascia sempre un vuoto incolmabile, anche se non si sono conosciuti.

Intercapedini che preservano spazio solo alla rabbia ed all’incapacità di comprendere il perchè li abbiano comunque, dati alla vita.

“Tutti gli anni con questa cazzata dei regali. Ma perché?”

Anna, 18 regali

Vivere non è facile, è un atto di fede. E se per Anna la pianificazione del suo futuro raccolta da sua madre in 18 scatole luccicanti è solamente un non-senso a quel che è lei stessa, per Elisa è il suo modo di esserci e di accompagnarla nel ticchettio del tempo che porta ogni giovane vita verso la maturità e la capacità di camminare da soli.

“Vivere è un atto di fede nello sbattimento. E questo è il mio atto di fede, questo è un giuramento.”

Atti di Fede, Ligabue

Capita a volte, che una donna in dolce attesa sogni colui o colei, che cresce dentro di lei. E’ un atto di fede quel momento di futuro che le viene concesso da un dio stranamente attento. E’ un dono inaspettato che capita solo una volta nella vita ed è lì, in quell’istante inconsueto, che una donna potrà conoscere suo figlio e prepararsi alla maternità, senza riserve e senza timori. E quelle immagini occasionalmente donate da un oracolo divino non ancora completamente spiegabile nemmeno col supporto attento della scienza, saranno il lasciapassare per comprendere quasi tutto l’inintelligibile del mondo.

Raramente nella vita le cose ci vengono così come le abbiamo desiderate e allinearle tutte in una sequenza attenta di realizzazioni, è la scala mobile del nostro vivere. Più si cresce e più si comprende che realizzare un desiderio od ottenere qualcosa, è la rarità per antonomasia. E forse è questo a farci sentire sempre più spesso estranei e soli, ed accumunati ai nostri simili solo nel nascere e nel morire, punti cardine di qualsiasi esistenza.

Non possiamo calcolare l’incognita della durata della vita, possiamo solo viverla e sperare che tutto vada secondo i piani. E  se tutto va bene, ci si può ritenere fortunati anche solo per aver la possibilità di poter sperare sempre in un domani in cui ricordare i migliori anni della nostra vita. 

“I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché.”

Mark Twain

Possiamo provare a migliorare, ad amare, a perdonare e a lasciarci un pò andare, ogni tanto. E finché abbiamo tempo possiamo permetterci di restare fissi a ieri, sperando in un domani vista mare, seduti accanto al nostro futuro e sorretti da un sorridente silenzio che racchiude tutti gli attimi di vita condivisi.

“Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.”

Alessandro Baricco

18 regali e possibile vederlo sulle piattaforme web, tra cui Amazon Prime, buona visione!


Immagini e video inclusi in questo articolo sono stati reperiti in rete a puro titolo esplicativo e possono essere soggetti a copyright. L’intento di questo blog è solo didattico, informativo o scientifico ed il loro utilizzo da parte di My ArtBlog non è assolutamente a scopo di lucro. Qualsiasi sfruttamento, riproduzione, duplicazione, copiatura o distribuzione dei Contenuti del Sito per fini commerciali è vietata.

Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione possono segnalarlo a info@cristianazamboni.it e si provvederà immediatamente alla rimozione.