Sono mattine insolite, così come è inconsueto ormai, il modo con cui scelgo i libri. E se prima era lasciato all’ultima frase dell’ultima pagina il potere di dirmi – leggimi! -, oggi mi lascio trascinare dall’immagine di copertina o dal suono del titolo che consiglia il sito della biblioteca, finalmente riaperta. E se proprio voglio fare le cose in grande, quel giusto indispensabile per sentirmi un pò normale in questo tempo, li scelgo un pò come se indossassi una maschera sottile sugli occhi. Qualcuno direbbe sulla fiducia, io direi da Supereroi, gli stessi che Paolo Genovese riesce a raccontare nel suo libro.

Di Cristiana Zamboni

 

“- Quattro metri e mezzo al secondo.

Anna lo guarda, per nulla stupita da quella buffa affermazione. Lui continua.

  – Per bagnarsi di meno bisognerebbe percorrere quattro barra cinque metri al secondo.

Supereroi di P. Genovese

 

Una mattina come tante, in un lasso di tempo che continua ad essere sempre un pò complicato da comprendere anche provando a cambiare la prospettiva di osservazione. Cerchi di vivere la normalità un pò come ti viene, ti alzi, bevi il tuo caffè veloce perché comunque sai che, in un modo o nell’altro, un bar aperto lo si trova, anche se non è certo che domani lo sarà ancora. E comprendi che cercare di fare pronostici, ormai, è cosa da Supereroi.

Come saresti stata tu, una supereroina intendo, se nell’uscire stamattina ti fossi accertata di avere sempre un ombrello in borsa, nonostante le previsioni ostentavano solo freddo e sole.

 

“- Tu che sei così bravo con i numeri, quante possibilità ci sono che due persone che si incontrano per caso si incontrino una seconda volta?

   – E ‘una percentuale così bassa che statisticamente viene definita irrilevante.

Supereroi di P. Genovese

 

E nonostante ci sia poco di eroico nel correre sotto una pioggia improvvisa e incessante, il sentirsi un supereroe che sfreccia cercando di evitare ogni singola goccia, rende speciale una mattina qualunque di un tempo di pandemia.

Ma la dura realtà bussa sempre troppo presto alla porta di ingresso e comprendi che quella corsa non è servita a salvare il mondo dal virus, ma in compenso, il tuo cappuccino da asporto si è annacquato e il cornetto vegano al carbone, si è ammollato. Il libro della biblioteca, si è accartocciato e il cellulare si è così bagnato da cominciare a flippare.

Quando hai la tendenza a tenerti tutto in mano per paura di dimenticare qualcosa o anche solo per lasciare un pò di spazio nella borsa, magari proprio per l’ombrello dimenticato, va da sé che se piove, ogni cosa che custodisci fra le tue braccia appare torturato dal potente getto della natura. Eppure era statisticamente irrilevante che potesse piovere.

E tutto questo dimostra, anche se un pò ingenuamente, quanto siano fallibili gli esseri umani. Anche loro, quelli più esperti, quelli a cui ti affidi la mattina per decidere come vestirti e sentirti un pò una Lara Croft che non si fa mai prendere in fallo.

 

„Non esiste un tempo unico, ognuno ha il suo.

Supereroi di P. Genovese

 

E se quel primo raggio di sole che enuncia la fine dell’inzuppamento, si riflette proprio sul titolo del libro che stringi fra le mani, quello preso in prestito in biblioteca, quello scelto in un modo del tutto casuale ed inusuale, quello che non è tuo e per cui da maneggiare con cura, la speranza che tu possa diventare un supereroe finalmente perfetto proprio attraverso le parole contenute in quel piccolo tomo, svanisce velocemente, esattamente come la pioggia incessante.

 

„L’amore fa così paura che per affrontarlo ci vogliono due supereroi?

Supereroi  di P. Genovese

 

Ma il libro Supereroi di Paolo Genovese è una vera scoperta. E’ l’isola su cui galleggiare nel tempo che, oggi, è più disponibile. E le parole stampate ti regalano quella rara sensazione che anche tu, da qualche parte, nascondi un superpotere. Magari lasciato in custodia a uno di quei dimenticati ricordi che visualizzi come un fumetto di una vita passata.

Una vita che sembra lontanissima, quella in cui la normalità era uscire per andare in ufficio, ritrovarsi ad accennare un sorriso ad uno sconosciuto compagno di viaggio, incontrarsi con gli amici per brindare ad un successo ottenuto o con l’amica di sempre per raccontarle che forse, da qualche parte, esiste il  per sempre.

Un per sempre che i personaggi del libro ormai del tutto raggrinzito, ti raccontano pagina dopo pagina. Un tempo infinito che non si racchiude in favole della buonanotte che qualcuno, ancora oggi, cerca di raccontarti mentre tu cominci a scuotere la testa fra le nuvole e senza farti vedere, controlli che i tuoi piedi siano ben piantati al pavimento, perché a quelle, non ci credi più da quando hai letto Il dottor Živago .

Adesso sai che le vere fiabe le puoi trovare ben custodite in quelle promesse che due persone si scambiano silenziosamente ogni santo giorno, atte a cercare di tenere tutto unito con responsabilità e onestà, senza mai obliare la paura, la fatica e il sacrificio che riescono sempre a rendere il tutto più umano. Ma non per questo meno potente.

E del resto, Paolo Genovese aveva già raccontato nel suo Perfetti Sconosciuti  la semplicità di essere un supereroe, il cui potere è proprio in quella normalità capace di mostrare, in qualche modo, che amare non è essere deboli, che fare un passo indietro pur di rimanere, di esserci, non è sinonimo di fragilità ma semplicemente, la forza della voce del verbo Amore. E finchè dura, si può ancora sperare sia eterno.

 

– “Però una cosa importante l’ho imparata.”
– “Cosa?”
– “Saper disinnescare”.
– “Cioè?”
– “Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è puro saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti. Io non voglio che finiamo come Barbie e Ken: tu tutta rifatta e io senza palle. “

Perfetti sconosciuti, Paolo Genovese

 

 

“Un personaggio di pura fantasia. Le pare che possa esistere un tipo così assurdo?”

Supereroi  di P. Genovese

 

Anna e Marco, i personaggi di questa moderna e contemporanea possibile favola, sono due mondi molto distanti fra loro. Strade che il caso ha reso perpendicolari e che la vita ha unito caso dopo caso, anche se sarebbe più onesto dire, pensiero dopo pensiero.

Perché il loro è un rapporto che si forma sì per mezzo di incontri casuali, ma è un continuo riconoscersi ogni volta che si incontrano per la prima volta, grazie al loro ricordarsi nella magia di non sapere nulla l’uno dell’altra.

Nel loro sentirsi estranei e diversi e per cui percepirsi, in qualche modo, imperfetti ed impossibili in un ideale stare insieme. E forse è questo l’ingrediente che caratterizza le fiabe moderne.

 

“Ma quanto sono belle le farfalle nella pancia”

Supereroi di P. Genovese

 

Anna disegna fumetti per vivere, Marco insegna fisica all’università, e se per lei la vita è tutto un caso, per lui è come la successione di Fibonacci, la stessa che usa per placare la sua inesausta ricerca di risposte sulla vita. Perché secondo Marco, esistere è una sequela di cause e effetti, o almeno lo era fino a quando non incontra lei, Anna, così sfuggente, viva, diversa e sempre avvolta nel suo mantello di creatività.

E se Anna non cerca un qualsivoglia tipo di legame sentimentale, lui lo anela da sempre, anche se non lo confessa mai.

 

“Ci fa realizzare che la vita è una corsa a ostacoli, in cui si cerca di restare in piedi e arrivare sani e salvi fino alla morte.”

Supereroi di P. Genovese

 

Anna disegna di notte e di giorno ha sempre le mani segnate da quel colore che ha dato vita ai suoi personaggi mentre ascolta ogni volta una musica diversa. E lo fa quando Marco dorme, perché di notte la creatività è poliedrica e sembra sgorgare spontaneamente, rendendo il tutto molto più semplice.

 

“Più una particella si allontana, più l’altra ne ha bisogno.”

Supereroi  di P. Genovese

 

E nonostante la vita, il più delle volte, assomigli ad un percorso individuale ad ostacoli in cui ogni limite superato è una battaglia vinta, quel che appare sempre più evidente nel moto continuo e scostante dei giorni, è che nessuno si salva da solo, nemmeno i Supereroi.

Per salvare il mondo intero hanno bisogno di quel qualcuno che arrivi lì, dove il loro superpotere non basta.

E se ogni vita è un mondo in cui si riesce a stipare praticamente tutto, va da sé che si ha sempre bisogno della propria persona , di quel qualcuno con quel superpotere che vede dove noi non riusciamo a vedere, e sente dove noi avvertiamo solo silenzio .

 

“Tutto questo ti fa venir voglia di vivere”.

Supereroi di P. Genovese

 

La vita dei Supereroi di Paolo Genovese ha il potere di regalare al lettore quella voglia di vivere e scoprirsi che, in tempi di pandemia, diventa un pò troppo confusa, specialmente se sei uno di quei lettori che di fronte a un susseguirsi di pagine scritte e di giorni infilati come una catena accidentale di cause e effetti, di numeri o formule, si adagia senza specifiche aspettative.

Perché tanto, almeno qui, chi vive sono i personaggi, normali e a tratti usuali in cui, con prospettive diverse, è facile ritrovarsi. E le parole del libro li unisce e li colloca in vie centrali di città conosciute in un andirivieni che, misteriosamente, accomuna un pò tutti.

Sia chi, per paura, fugge e chi con coraggio sceglie di restare, nonostante tutto. Vagliando la possibilità di dedicarsi ad un’altra persona, fosse anche solo perché, pensa, sia il mezzo più veloce per salvarsi. E chi, a costo di non vivere del tutto, decide di operare dietro le quinte pur di esserci, e anche questo è un superpotere.

Del resto, in qualche modo, ogni esistenza è legata a altre esistenze e sono le sfumature individuali a caratterizzare ogni singola vita. E nel bel mezzo di questo grande Risiko in cui si succedono imprevisti e probabilità, casualità, curve, rotonde o vie dritte, l’esserci , al di là della logica e degli eventi, diventa essenziale.

E questo è già da Supereroi.

 

 

“Il tempo esiste. Eccome se esiste, e ce ne accorgiamo solo quando inizia a mancare”

Supereroi di P. Genovese

E quando un microscopico virus congela i tuoi giorni, senti il tuo tempo mancare, esattamente come manca quell’ombrello. E in una vita che oscilla tra l’equazione di Dirac e il paradosso del calabrone, a volte capita che non ci accorgiamo di essere noi i supereroi. E ce ne rendiamo conto solo nel momento in cui, avendone bisogno, scopriamo di aver perso i superpoteri, magari proprio mentre eravamo impegnati a guardarci intorno cercando un nuovo supereroe pronto a salvarci.

Supereroi di Paolo Genovese è una lettura consigliata che grazie alla fluidità delle parole e alla semplicità degli eventi, riesce a portare il lettore verso un viaggio intricato, un pò impervio e a volte non facile da intraprendere. Un viaggio che porta al centro, lì tra stomaco e cervello, nel luogo dove sono custoditi i superpoteri delle persone normali, quelle ci schizzano accanto nei giorni di pioggia incessante.


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